Vogliamo inaugurare una serie di articoli sulla composizione della fotografia food, cominciando con l’investigare le potenzialità dell’inquadratura. Scoprirete che utilizzando semplici linee guida e con un minimo di pratica, sarete in grado di elevare visibilmente la qualità dei vostri scatti!
Per composizione di un fotogramma si intende l’insieme di scelte in termini di posizionamento del soggetto all’interno di uno spazio precostituito, nei confronti dello sfondo e dell’obiettivo. In maniera da semplificare la trattazione e favorire il naturale processo intuitivo, trattiamo l’argomento dal punto di vista di chi sta per scattare e componga nel mirino. Ciononostante cogliamo l’occasione di menzionare le potenzialità relative al ritaglio in post-produzione, specialmente per usare fotografie catturate con corpi digitali ad alta risoluzione con lo scopo di presentarle sul web in un formato leggero.
L’inquadratura ed effetti sulla composizione
Chi di voi ha mai considerato l’inquadratura come elemento compositivo? Pensate ad un soggetto semplice, magari a basso contrasto cromatico o di toni, e scoprirete come istintivamente l’occhio sia portato a seguire i bordi del fotogramma. Tale effetto può essere usato a proprio vantaggio per concentrare l’attenzione dello spettatore sul soggetto stesso. Implicitamente otterrete un miglioramento della composizione dirigendo l’attenzione dello spettatore!
Proviamo ad analizzare la cover dell’articolo sull’olio extra vergine di oliva basata sul parallelismo tra il bordo dell’inquadratura, il filo d’olio e la superficie di appoggio, ovvero il fondo di un bicchiere. Le linee parallele rafforzano la giustapposizione tra il senso di solidità dato dalla base e il dinamismo della caduta perfettamente verticale del filo d’olio. Esse contribuiscono a creare una tensione, causa dell’evento congelato ed irrisolto, che cattura l’attenzione dello spettatore quanto una foto splash. Non c’è infatti la necessità di ricorrere agli schizzi per stimolare una sensazione di iniziale stupore.
Sulla destra, vedete l’effetto che si ottiene con una pura rotazione digitale dell’immagine, la quale comporta necessariamente un ritaglio per mantenere il formato 3:2. La differenza appare così evidente da farci pensare, come avevo fatto a non pensarci prima? Nonostante tutto, il cervello elabora la scena e valuta inconsciamente le due immagini.
Il formato dell’inquadratura
Per parlare di formato, dobbiamo introdurre il concetto di aspect ratio ovvero il rapporto tra i lati corto e lungo del fotogramma. La maggior parte delle fotocamere oggi in commercio presentano il formato 3:2 o il 4:3. Ai fini pratici vi basti sapere che il 4:3 tende ad una proporzione più vicina al quadrato, offrendo una maggior semplicità compositiva quando si inquadra verticalmente e conferisce più respiro ai vostri scatti in orizzontale (ovvero include una scena verticalmente più ampia, a parità di larghezza).
Le attuali fotocamere, tralasciando i modelli professionali con grip verticale, sono pensate per facilitare l’ergonomia dello scatto orizzontale. In effetti, scattare in orizzontale in formato 3:2 più si addice a simulare il campo visivo umano specie considerando stampe di grandi dimensioni di foto scattate con obiettivi grandangolari.
In food photography ci lasciamo spesso trascinare da esigenze editoriali o di composizione di un sito web. In particolare, noi ci affidiamo al formato 3:2 verticale per la maggior parte dei nostri scatti hero, proponendo un ritaglio 3:2 orizzontale per realizzare la cover dell’articolo.
Come mai? Semplice, perché una foto in verticale si integra al meglio nelle pagine (verticali) del nostro sito ottenendo l’effetto di incorniciare lo scatto. Grazie ai corpi digitali progettati negli ultime quatto-sei anni, e’ possibile ottenere un ritaglio orizzontale dal file ad alta risoluzione che si presenta semplicemente perfetto per le esigenze del web!
Proprio tali esigenze editoriali devono essere necessariamente considerate in fase di preparazione, per meglio individuare il compromesso giusto. Potendo avere carta bianca, lasciate ricadere la scelta sul soggetto, cercando di riempire adeguatamente il fotogramma! Guardate come la foto di questo semplice (e buonissimo) cannolo alla crema notando come i bordi del fotogramma e il formato orizzontale si prestino ad incorniciare la teglia, creando livelli multipli attorno al soggetto e donando profondità.
Posizionare gli elementi all’interno dell’inquadratura
Una foto deve contenere un chiaro soggetto per essere facilmente comprensibile allo spettatore. Questo non significa che la foto migliore debba avere un piatto su sfondo monocromatico ma rafforza il concetto che la composizione debba enfatizzare la presenza del soggetto all’interno dell’ambiente che lo accoglie.
Concentratevi per ora sulle capacità di muovere gli elementi liberamente all’interno di una rappresentazione di natura morta (still life), tralasciamo per ora effetti visivi come lo sfocato, la prospettiva e il rapporto luci-ombre.
La prima scelta consiste nell’avvicinarvi al soggetto in maniera da colmare il fotogramma o accettare una maggiore distanza e lasciare che l’ambiente sia più o meno visibile. Chiaramente, più piccole sono le proporzioni del soggetto nei confronti dell’ambiente e più la composizione avrà un ruolo fondamentale nella resa finale della foto.
Un secondo aspetto da considerare attentamente consiste nel suddividere l’inquadratura. Già nel rinascimento i pittori si accorsero che, mantenendo un frazionamento dell’inquadratura basato su proporzioni matematiche, fosse possibile influenzare il carattere statico o dinamico di un’immagine. Perfino la famosa sezione aurea (a+b)/a=a/b si riconduce a principi di frazionamento dell’immagine ed fu già nota ai greci. In linea di massima, qualsiasi suddivisone dell’immagine secondo proporzioni coerenti consentono di presentare un contenuto in maniera armoniosa.
Per quanto riguarda la fotografia dei cibi, si prediligono immagini che ritraggono un soggetto che domina la scena offrendo l’opportunità di cogliere dettagli appetitosi che spesso passano inosservati ad uno sguardo meno attento. Provate a suddividere il fotogramma in nove rettangoli uguali e posizionare gli elementi sulle linee guida, il risultato é garantito! Lasciatevi convincere dalle foto hero che proponiamo per Crespelle alla pechinese o Focaccine di farina ed acqua e per Pollo alle mandorle.
Posizionare l’orizzonte
Sicuramente vi sarete già confrontati con una delle domande chiave della fotografia paesaggistica: bel paesaggio, ma l’orizzonte a che altezza lo metto?
A meno che non siate intenzionati a creare una foto assemblata con più di due foto verticali (provate a cercare stitching in google), vi consiglio di prediligere il formato orizzontale abbinato ad un grandangolo: un classico!
Le linee guida evidenziate in precedenza ci vengono d’aiuto e viene spontaneo suggerirvi di utilizzarle posizionandovi al di sopra gli elementi chiave (leggete “soggetti”, per semplificare la comprensione. Sarete voi ad espandere questa nozione, in base alla vostra esperienza accumulata). Se scegliete di dividere il fotogramma in nove rettangoli uguali, state usando la cosiddetta regola dei terzi.
Il problema sul posizionamento dell’orizzonte è già semplificato: ci rimangono due possibilità! Se pensate di dare maggior rilevanza al cielo, scegliete la linea guida inferiore! Altrimenti, scegliete la superiore per descrivere ampiamente la terra.
Dopo che avrete provato tutte le altezze e suddivisioni possibili, vi accorgerete che non esiste una scelta unica che si abbina a tutti i paesaggi. Non ci crederete, ma le stesse considerazioni possono essere estese alla fotografia di cibi.
Trucco GnamAm: Se il soggetto e’ naturalmente piatto, diciamo una Pizza di farina integrale, azzardate un’inquadratura aerea. Ogni qualvolta il soggetto offra una tridimensionalità, preferite un’inquadratura laterale affidandovi a quanto descritto sopra e agli esempi fotografici sottostanti.
Prendete ad esempio le Crespelle alla pechinese o Focaccine di farina ed acqua qui sotto e confrontatele con la foto sopra. Vi posso garantire che sono esattamente la stessa porzione di crespelle, fotografate con stili e intenzionalità diverse. Per ragioni editoriali la foto è stata scattata in verticale ma questo non può inficiare la nostra tesi, data la semplicità della composizione. Riconoscete gli elementi cielo e terra? Notate come si possa influenzare la sensazione di solidità posizionando il piatto alla base del fotogramma.
Il ritaglio
Continuiamo ad usare la foto delle Crespelle alla pechinese o Focaccine di farina ed acqua per approfondire il concetto di ritaglio (in inglese crop). Vi proponiamo in seguito delle varianti, ottenute ovviamente ritagliando l’originale. Per essere precisi, una delle foto é stata ritoccata in maniera da spostare il soggetto e riempire una parte del fotogramma ritagliato che non esiste nell’originale. Niente di speciale che non si possa ottenere con un paio di clics di mouse e una licenza Photoshop, ciononostante rimandiamo la trattazione a siti specializzati. Su GnamAm non troverete foto ritoccate col fine di alterare un contenuto!
Chiedetevi: Quale variante preferite e come mai vi colpisce?
Per inciso, la sequenza da destra verso sinistra influenzerà inconsciamente il vostro giudizio, per questo abbiamo ordinato le immagini in maniera da facilitare lo spettatore! Giusto un piccolo aiuto …
La cornice nella cornice
É venuta l’ora di introdurre un argomento spesso usato in fotografia per evidenziare un soggetto a volte in maniera disinvolta, decidendo di utilizzare una porzione dell’immagine finale come cornice.
Questa tecnica é oggi alla base della fotografia di cibi! Non ci avete mai pensato? Ogni piatto, tovaglia e persino forchetta e coltello possono rappresentare una cornice.
Per esemplificare il concetto, riferiamoci ad alcune foto che potrebbero risultarvi famigliari: gli Arancini marchigiani di carnevale e le penne con Sugo all’arrabbiata. Abbiamo evidenziato esplicitamente le aree racchiuse nelle cornici ottenendo a volte più di un livello!
Esercizi di composizione
Per concludere, vogliamo proporvi un paio di esercizi base sulla composizione che vi permetteranno di prendere il controllo delle vostre scelte per ciò che riguarda l’inquadratura:
- Scegliete 10 foto che vi colpiscono, lasciandovi ispirare dai libri di cucina che preferite. Scegliete quelli che vi mettono appetito! Copiate le foto ed evidenziate gli elementi di composizione relativi all’uso dell’inquadratura. Riflettete sulle scelte del fotografo e chiedetevi come mai tali scatti siano state presentate dall’editore.
- Prendete un frutto, un soggetto semplice. Posizionate la fotocamera su un treppiedi e il soggetto sotto la luce di una finestra (magari esposta al nord). Cominciate a muovere la fotocamera in alto, in basso, a destra e a sinistra. Poi avanti ed indietro. Attenzione, scegliete una lunghezza focale e non cambiatela! Quando avrete una decina di foto, stampatele e confrontatele. Scegliete la vostra preferita e chiedetevi: come mai?
Riferimenti
Cap. 1 del testo “L’occhio del fotografo”, di Michael Freeman.
Consigliamo vivamente il testo “Learning to see creativelly”, di Bryan Peterson a tutti coloro che si avvicinano al tema composizione fotografica per la prima volta.
Fotografando il cibo è fondamentale trasmettere la voglia di mangiare.Il soggetto deve essere riconosciuto facilmente senza probabilità di errore,deve documentare la natura degli ingredienti e delle lavorazioni.L’ambientazione coerente e non asettica (fondo bianco privo di ombre etc.).La porzione nel piatto non deve eccedere nè in quantità nè in condimenti.
L’uso eccessivo dello sfocato è forviante (Il fotografo capisce che abbiamo usato un’ottica costosa ,il bongustaio teme che stiamo nascondendo qualcosa)
Ciao Claudio, grazie per il feedback costruttivo. Trovo interessante il fatto che identifichi il fotografo in base all’uso dello sfocato e che il buongustaio appaia diffidente per natura! Oggigiorno il fotografo si identifica con l’individuo in grado di offrire un valore aggiunto alla lente, spesso più economica di quel che si assuma: gestione artistica dello scatto, preparazione della storia e consistenza col soggetto, food styling, capacità di completare un lavoro con gli strumenti pianificati e consegnare un lavoro soddisfacente in tempi prestabiliti …
Chi è il buongustaio? Google propone “Amante e intenditore della buona tavola”. Per natura associo questo profilo alla joy de vivre più che alla diffidenza davanti al bokeh!
Scusa la divagazione sul tema, trovo che tu abbia ragione: la fotografia dovrebbe indurre un senso di appetito (e di desiderio, ma tralascio volutamente questo aspetto) nel soggetto.
Buona Cucina,
M&M